Il corpo che siamo

La postura come traccia della nostra storia

Officina Osteopatica

4/2/20252 min read

Il corpo che siamo: la postura come traccia della nostra storia

"Il corpo non mente mai."
— Alice Miller

Quando pensiamo alla postura, spesso immaginiamo un semplice allineamento della colonna vertebrale o una serie di muscoli da rieducare. Ma la postura è molto di più.
È una mappa vivente delle esperienze che abbiamo attraversato. Un equilibrio dinamico tra ciò che siamo stati e ciò che stiamo diventando.

Il nostro modo di stare in piedi, respirare, camminare o stringere le spalle non è mai casuale. È il risultato di adattamenti intelligenti, messaggi del corpo che ci parlano di strategie, dolori, emozioni e relazioni.

Il corpo come memoria viva

"La memoria non è solo nella mente, ma in ogni parte del corpo."
— Bessel van der Kolk

Il corpo registra tutto.
Dall’incidente fisico alla tensione emotiva, da uno sguardo giudicante ricevuto da bambini a un ambiente lavorativo stressante. Ogni esperienza lascia una traccia, spesso silenziosa, che con il tempo si traduce in tensioni croniche, limitazioni del respiro o rigidità articolari.

La postura diventa così una sorta di biografia silenziosa. Un gesto che ha senso, anche quando ci fa male.

La postura come racconto implicito

"La postura è un gesto congelato."
— Alexander Lowen

Il corpo cerca sempre una via per proteggersi e adattarsi.
Una persona può aver imparato a chiudere le spalle per non essere notata, a trattenere il respiro per non esplodere, o a irrigidirsi per non cadere.
Questi non sono errori: sono risposte. E ogni postura è un linguaggio profondo, che merita ascolto prima ancora che correzione.

L’osteopatia come arte dell’ascolto corporeo

"Il corpo è il nostro primo strumento di relazione con il mondo."
— Antonio Damasio

All’Officina Osteopatica, l’approccio è sistemico.
Non si tratta di “raddrizzare” un corpo, ma di comprendere perché quel corpo ha assunto una determinata forma.
Ogni tensione racconta una storia, e l’osteopatia può aiutare a tradurre quella storia in libertà di movimento, respiro e presenza.

Non lavoriamo contro il corpo, ma con il corpo.
Restituiamo significato a ciò che esprime, accompagnando le persone verso nuove possibilità.

Abitare il proprio corpo è abitare se stessi

Ogni sintomo è un messaggio, ogni adattamento una strategia, ogni cambiamento un passo verso una relazione più autentica con sé.
Non esiste una postura perfetta, ma esiste una postura più vera, più libera, più nostra.

All’Officina Osteopatica crediamo che prendersi cura del corpo significhi riconoscerne la storia, onorarla e lasciare spazio a ciò che può ancora accadere.